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Svizzera-USA: in vigore la convenzione contro doppie imposizioni

Prima di giungere all'entrata in vigore odierna, una delegazione svizzera, con il presidente della Confederazione Ueli Maurer, era stata accolta il 16 maggio scorso alla Casa Bianca da una delegazione USA, guidata dal presidente americano Donald Trump KEYSTONE/WHITE HOUSE/SHEALAH CRAIGHEAD sda-ats

(Keystone-ATS) È in vigore da oggi il protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni (CDI) tra la Svizzera e gli Stati Uniti.

La segretaria di Stato elvetica Daniela Stoffel e l’ambasciatore americano Edward McMullen hanno proceduto oggi a Berna allo scambio degli strumenti di ratifica.

Tale scambio costituisce l’ultima tappa necessaria all’entrata in vigore formale del protocollo, ha indicato oggi in una nota il Dipartimento federale delle finanze (DFF).

Il documento era stato firmato dai due Paesi il 23 settembre del 2009. Nonostante l’approvazione da parte dell’Assemblea federale il 18 giugno del 2010, il protocollo era rimasto bloccato quasi dieci al Parlamento americano. Il senatore repubblicano Rand Paul si era infatti opposto alla CDI, perché – a suo avviso – ledeva la vita privata. Nel luglio scorso i senatori USA hanno finalmente approvato il testo.

Il protocollo introduce lo scambio di informazioni in materia fiscale secondo gli standard internazionali. Uno degli elementi centrali è la fine della distinzione tra sottrazione d’imposta e frode fiscale, sia nel caso di domande individuali che di quelle raggruppate.

Tale approccio, spiega il DFF, è conforme allo standard internazionale per lo scambio automatico di informazioni su domanda, che la Svizzera applica ormai con oltre 100 Stati e territori, ma che finora non attuava con gli USA.

Domande raggruppate

L’entrata in vigore del protocollo è retroattiva al 23 settembre 2009. Gli Stati Uniti potrebbero quindi presentare domande di informazioni per fatti avvenuti a partire da quella data. Sono inoltre possibili domande raggruppate ma per fatti risalenti al massimo al 30 giugno del 2014.

Nell’altro senso, le autorità fiscali svizzere potranno pure presentare richieste di informazioni su dati fiscali negli Stati Uniti. Ed è proprio su questo punto che il Senato americano aveva bloccato la ratifica.

Il nuovo protocollo non cambia nulla invece per gli obblighi fiscali degli Svizzeri che vivono negli USA o dei cittadini statunitensi in Svizzera. Tuttavia le loro informazioni possono essere trasmesse al fisco americano.

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