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CSt: terroristi stranieri, espulsi anche se rischiano la vita

Fabio Regazzi (PPD/TI) (foto d'archivio) KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) I terroristi islamici, con passaporto estero, presenti in Svizzera vanno espulsi verso i rispettivi Paesi di origine, anche se la loro vita potrebbe essere in pericolo.

È quanto pensa il Consiglio degli Stati che per 22 voti a 18 (una astensione) ha approvato una mozione in tal senso di Fabio Regazzi (PPD/TI), già accolta dal Consiglio nazionale per 102 voti a 73 lo scorso settembre.

Sia la commissione preparatoria che la consigliera federale Karin Keller-Sutter chiedevano invece di bocciare la mozione, dal momento che la Costituzione e il diritto internazionale vietano l’espulsione di persone che nei Paesi di origine rischiano di essere torturate o la pena di morte. Insomma, anche se accolto, un simile atto parlamentare rischia di non poter essere applicato, ha messo in guardia la ministra di giustizia e polizia.

Per la maggioranza della commissione, rappresentata in aula da Pascale Bruderer-Wyss (PS/AG), la Svizzera non deve trasformarsi in un aguzzino. Tra l’altro, ha ricordato la “senatrice” argoviese, sono in fase di studio progetti di legge che prevedono l’adozione di nuove misure preventive di polizia per la lotta al terrorismo. In questo contesto saranno esaminati anche provvedimenti contro persone condannate in relazione ad atti terroristici e che, dopo aver scontato la loro pena detentiva, non possono essere espulse a causa del divieto di respingimento pur continuando a rappresentare un pericolo per la sicurezza del Paese.

Per Andrea Caroni (PLR/AR), la mozione attacca i valori fondamentali della nostra Costituzione, come il divieto della tortura, una norma parte integrante del diritto internazionale cogente. Questi valori vanno protetti costi quel che costi, ha spiegato il “senatore” appenzellese.

Queste spiegazioni non hanno impressionato Thomas Minder (Indipendente/SH), secondo cui la presenza di terroristi islamici sul nostro territorio oltre a costarci molti soldi, genera frustrazione e incomprensione nella popolazione. Lo sciaffusano ha citato il caso concreto di un iracheno, condannato per terrorismo e ora a piede libero nel suo Cantone. Quest’uomo non può essere espulso perché nel suo Paese di origine rischierebbe la tortura o la morte e nessun Comune lo vuole ospitare. Ebbene a detta di Minder questa situazione è insoddisfacente dal punto di vista della sicurezza.

Nel suo intervento, Martin Schmid (PLR/GR) ha espresso sostegno alla mozione, a patto che all’atto pratico il Consiglio federale sfrutti al massimo il suo margine di manovra affinché non violi la Costituzione federale.

Karin Keller-Sutter ha ammesso che la presenza sul nostro territorio di persone condannate giudicate pericolose è un fatto difficile da digerire. La priorità, ha aggiunto, va alla sicurezza della popolazione: per questo, ha spiegato la consigliera federale sangallese, stiamo verificando, assieme al Dipartimento federale degli affari esteri se non sia possibile allontanare queste persone – si tratta in concreto di 5 individui – verso l’Iraq o uno Stato terzo pronto ad accoglierli.

Per adesso ciò non è possibile perché rischiano la tortura e la morte, ha aggiunto. La situazione potrebbe cambiare se dovessimo ottenere per via diplomatica l’assicurazione che a queste persone non verrà fatto del male. Secondo Keller-Sutter, la mozione Regazzi rischia di spingere la Svizzera ai limiti dello Stato di diritto.

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