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Barcellona: ‘la Rambla non era protetta’, polemiche dopo lo shock

Superato lo shock iniziale dell'attacco terroristico, Barcellona cerca di tornare alla normalità. Ma scoppiano le prime polemiche. KEYSTONE/EPA EFE/SERGIO BARRENECHEA sda-ats

(Keystone-ATS) Superato lo shock iniziale dell’attacco terroristico, Barcellona cerca di tornare alla normalità. Ma scoppiano le prime polemiche, incrinando l’unità dimostrata fino ad ora dalle autorità locali catalane e quelle nazionali.

Forse l’attacco alla Rambla poteva essere evitato proteggendo, anche all’ultimo minuto, i luoghi emblematici e più turistici della città catalana, una delle più visitate e più a rischio.

Molti degli attentati jihadisti di questi ultimi tempi sono frutto di un piano ‘B’, poche ore dopo quello che può sembrare un incidente, non di rado con degli esplosivi, come quello successo ad Alcanar 24 ore prima dell’attacco alla Rambla. Ma anche stavolta è mancata l’intuizione che stesse per capitare qualcosa di tragico.

Intanto ha riaperto lo storico mercato de la Boqueria, che ha subito fatto il pienone nei suoi negozietti di jamon iberico e imbuditos vari, e nei vialetti interni, sotto le volte metalliche che ospitano i venditori di ortofrutta e di altri prodotti alimentari.

Dalle 10 di questa mattina, oltre 2mila persone, abitanti di Barcellona ma anche diversi turisti, si sono messi in coda per firmare il libro di condoglianze per le vittime dell’attacco jihadista, nel salone principale sotto un’imponente volta gotica del municipio della città, a poche decine di metri dalla famosa passeggiata che porta verso il porto, oggi più affollata che mai. Dietro ai quattro libri aperti alla firma, un cartello con lo sfondo nero recita ‘Barcellona città di pace’ in 15 lingue.

La sindaca Ada Colau, in una conferenza stampa congiunta con il presidente catalano Carles Puidgemont, ha annunciato per sabato prossimo una mega-manifestazione antiterrorismo sotto lo slogan ‘No tinc por’ (Non ho paura). Colau ha chiesto a migliaia di persone di venire ai Jardinets de Gracia, che chiudono il Passeig de Gracia, la strada più elegante della città, dove partirà il corteo verso la Placa de Catalunya, dove nasce la Rambla.

All’esterno del palazzo che si affaccia su Plaza Sant Jaume, tra i rarissimi catalani presenti nel Barri Gothic che costeggia la Rambla, ormai diventato un enorme centro commerciale a cielo aperto per i turisti, tutti hanno l’impressione che si poteva far qualcosa di più per evitare l’attacco di giovedì. Proteggendo meglio l’ingresso della passeggiata da Placa de Catalunya e con più intelligence, perché l’esistenza di una cellula catalana dell’Isis era già stata evocata in passato.

Colau, che ha fatto una visita al mercato de la Boqueria appena riaperto, ricorda in tutte le interviste che la responsabilità antiterrorismo è condivisa tra il governo centrale e quello autonomo catalano. “Noi ci limitiamo a fare quello che ci chiedono e a fornire tutte le forze che loro giudicano necessarie”, ha detto. Infatti all’ingresso della Rambla, dove il camioncino ha iniziato il suo percorso mortale a zig-zag tra la folla, ci sono ora due furgoncini blindati e diversi agenti in assetto anti-sommossa. Sono della Guardia Urbana, che dipende dall’Ajuntament di Barcelona. Puidgemont dal canto suo ha smentito le incomprensioni tra polizia nazionale e regionale, parlando di “collaborazione magnifica e di cooperazione totale”.

La Rambla, infine, anche oggi ha ospitato una serie di manifestazioni. Quella dei musulmani (‘siamo musulmani, non siamo terroristi’ e ‘non nel mio nome’ gli slogan), e quella dei tassisti che hanno percorso la passeggiata con le loro auto in un infinito concerto di clacson. Numerosissimi i furgoncini blindati e gli agenti in tenuta antisommossa. In particolare davanti ai monumenti e alla banche. A fine giornata, i reali di Spagna, dopo aver visitato i feriti in ospedale, hanno deposto una corona di fiori sulla Rambla.

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