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Presidenza: il primo viaggio, per tradizione, nel paese vicino

La delegazione austriaca, con il presidente Van der Bellen (a destra), accolta giovedì a Berna da Doris Leuthard. Keystone

Svizzera e Austria: due piccoli Stati dal profilo geografico e due pesi piuma sulla scena internazionale, che coltivano da lungo tempo relazioni amichevoli di vicinanza. La visita del presidente austriaco a Berna è tradizionalmente un’occasione per riaffermare gli ottimi legami tra i due paesi alpini. 

La presidente della Confederazione Doris Leuthard accoglie giovedì, con gli onori militari, il suo collega austriaco Alexander Van der Bellen, che ha assunto alla fine di gennaio la carica di capo dello Stato in Austria. Dopo essere stato accolto lunedì dalla Commissione europea a Bruxelles, il neoeletto presidente austriaco ha scelto la Svizzera per il suo primo incontro bilaterale con i rappresentanti di un altro paese europeo. 

Visita di Van der Bellen

Il presidente austriaco Alexander Van der Bellen è giunto in Svizzera per una visita di due giorni, accompagnato dal ministro degli esteri Sebastian Kurz. Al centro dei colloqui dovrebbe figurare l’Europa e in particolare i rapporti tra Berna e l’UE. 

Van der Bellen, eletto lo scorso dicembre dopo aver battuto l’ultranazionalista Norbert Hofer, è considerato un europeista convinto. 

Non a caso la sua prima uscita pubblica da presidente l’ha compiuta proprio alla Commissione europea e all’Europarlamento, dove ha dichiarato: “Non è difficile distruggere l’Europa, la ricostruzione è molto più complicata”. 

Da parte sua il governo svizzero si attende un appoggio da parte austriaca per sbloccare le trattative con l’UE su vari dossier, rimasti bloccati dopo l’approvazione dell’iniziativa dell’UDC “Contro l’immigrazione di massa”. 

Onorando una lunga tradizione, la prima visita all’estero dei presidenti e dei responsabili della diplomazia di entrambi i paesi si svolgeva regolarmente, fino ad alcuni anni fa, nello Stato confinante. La tradizione risale addirittura al lontano 1946, quando il cancelliere austriaco Leopold Figl scelse Berna per il suo primo viaggio all’estero, in segno di ringraziamento per gli aiuti offerti dalla Svizzera dopo la Seconda guerra mondiale. 

Stretti legami dal 1945 

Dal Dopoguerra i legami tra i due paesi sono sempre stati particolarmente “stretti e amichevoli”, come rileva Sacha Zala, docente di storia all’Università di Berna e direttore del gruppo di ricerca dei Documenti diplomatici svizzeri (DDS)Collegamento esterno, incaricato di far conoscere la storia della politica estera elvetica.  

Il mito, in base al quale l’Austria è stata vittima della politica di aggressione nazista, ha permesso a questo paese di mettere rapidamente da parte la questione delle responsabilità nella guerra. Da parte sua, la Svizzera neutrale è stata confrontata con pesanti critiche alla fine del conflitto mondiale e si è ritrovata isolata sulla scena internazionale. “Entrambi gli Stati hanno quindi scoperto la reciproca utilità”, spiega Sacha Zala. 

Dal 1946 Svizzera e Austria coltivano quindi la tradizione della prima visita ufficiale nel paese vicino, seppure con varie eccezioni, soprattutto a livello presidenziale. Dopo aver difeso per decenni interessi comuni, tra cui anche nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), dal 1994, con l’adesione dell’Austria all’UE, le strade dei due paesi si sono in parte divise. Così, anche Alexander Van der Bellen ha scelto Bruxelles e non Berna per la sua prima visita ufficiale all’estero. 


Traduzione di Armando Mombelli

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