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Tamara Funiciello, la provocazione al servizio dell’uguaglianza

Tamara Funiciello
Tamara Funiciello, 29 anni, ha uno stile provocatorio che non piace a tutti, ma che permette anche di mettere il dito nella piaga quando necessario. Daniel Rihs / Swissinfo

Sindacalista, femminista e provocatrice, l'ex presidente della Gioventù socialista svizzera (GISO)Tamara Funiciello ha fatto un ingresso fragoroso nel parlamento federale. Colei che è stata tra le protagoniste dello sciopero delle donne del 14 giugno è stata eletta, soffiando il posto a due candidati uscenti. La studentessa bernese intende continuare a difendere donne e lavoratori con le unghie e con i denti. Ritratto.

Dalle elezioni federali dello scorso ottobre è uscito il parlamento più femminile della storia svizzera. Anche se la parità non è ancora raggiunta, le deputate occupano ormai il 42% dei seggi nel Consiglio nazionale, la camera del popolo. Per rendere conto di questo evento, swissinfo.ch propone il ritratto di otto nuove elette di diversi partiti.

Il foulard color lilla, simbolo dello sciopero delle donne del 14 giugno 2019 in Svizzera, avvolto al polso di Tamara FunicielloCollegamento esterno contrasta con l’ambiente industriale dell’ex fabbrica di macchine tipografiche Wifag nel cuore della città di Berna. La neodeputata socialista 29enne espone chiaramente la sua lotta femminista.

C’è stato un tempo in cui oltre un migliaio di lavoratori veniva qui ogni giorno per far vivere questo posto. Era l’epoca d’oro della stampa. Oggi, sotto la pioggia battente, rimangono il silenzio, i treni che circolano più in basso e l’impronta delle cinque lettere dell’insegna Wifag, un tempo appesa alla facciata.

Nel 2011 l’ultima fabbrica di rotative del Paese chiude i battenti. Il padre della giovane politica, Remigio Funiciello, e centinaia di altri operai perdono il lavoro. Un duro colpo per la famiglia Funiciello, da anni legata all’azienda. “Ho provato sulla mia pelle cosa significhi per un padre perdere il posto di lavoro”, racconta Tamara. L’episodio segna profondamente il suo impegno politico.

Nel 2013 Tamara Funiciello diventa segretaria sindacale di Unia. “Sono prima di tutto e soprattutto una sindacalista. La difesa dei lavoratori è una lotta centrale per me”, sottolinea.

L’ex fabbrica Wifag a Berna è simbolica per Tamara Funiciello: quando ha chiuso i battenti, nel 2011, suo padre ha perso il lavoro. Daniel Rihs / Swissinfo

Il suo programma in questo settore è esplosivo: “Dobbiamo ridurre l’orario di lavoro. È questa la chiave per i prossimi anni”. La studentessa di storia propone la settimana lavorativa di 25 ore, “in modo che tutti possano trovare un impiego”, tenuto conto della robotizzazione del lavoro.

“Non possiamo continuare a lavorare così tanto. Non è un bene per nessuno, né per le donne, né per gli uomini, né per l’ambiente e nemmeno per l’economia”, sostiene. Un’idea contestata all’interno del suo stesso partito. Il deputato Roger Nordmann, capogruppo socialista alle Camere federali l’ha persino definita “catastrofica”.

L’impegno sindacale di Tamara Funiciello è strettamente legato alla lotta per l’uguaglianza di genere. “La questione delle donne, che complessivamente guadagnano 108 miliardi di franchi all’anno in meno dei loro colleghi maschi, dovrebbe fare maggior parte del DNA dei sindacati”, lamenta.

Si dovrebbe porre l’accento anche sul lavoro non retribuito, che viene svolto principalmente dalle donne: “Questo lavoro rappresenta un valore monetario di 242 miliardi di franchi, pari a un terzo del prodotto interno lordo. Dobbiamo tenerne conto”.

“Non possiamo continuare a lavorare così tanto. Non è un bene per nessuno, né per le donne, né per gli uomini, né per l’ambiente e nemmeno per l’economia.”
Tamara Funiciello

L’italianità

Quando Tamara Funiciello è indignata, nella conversazione si introduce facilmente qualche parola in italiano. Suoni del sud che hanno cullato la sua infanzia. Davanti a un cappuccino in un piccolo bar italiano vicino al Palazzo federale, evoca il percorso migratorio della sua famiglia.

Suo padre ha lasciato la regione di Napoli negli anni Settanta per lavorare come stagionale in Svizzera, dove ha sposato una bernese. Tamara è nata nel 1990, suo fratello nel 1992. Tre anni dopo, la famiglia decide di stabilirsi in Sardegna, dove Remigio Funiciello lavora come calzolaio. Tuttavia, la situazione si complica finanziariamente con il passaggio all’euro e la famiglia deve rassegnarsi a tornare a Berna.

Tramite questa esperienza, Tamara Funiciello ha constatato che le aspirazioni delle persone sono le stesse ovunque: “Soddisfare i propri bisogni e avere una vita libera”.

Nella politica sin dalla culla

Tamara Funiciello è una persona indignata, cresciuta in mezzo alla politica. I suoi genitori sono sempre stati attivi, in particolare nei movimenti di protesta degli anni Ottanta legati al centro autonomo della Reitschule di Berna. “Ho sviluppato una sensibilità per ciò che è giusto e ingiusto”, dice.

La volontà di combattere le ingiustizie l’ha portata alla testa della Gioventù socialista svizzera (GISO): è stata la prima donna a presiederla, dal 2016 al 2019. Il partito è noto per il suo gusto per la provocazione, uno stile che ben si addice alla sua ex presidente.

“Tra me e la GISO c’è stato il colpo di fulmine”, scherza. Durante il periodo di presidenza della GISO compie azioni eclatanti. Per esempio, brucia il reggiseno e posa nuda per sensibilizzare la causa delle donne, organizza un accampamento abusivo davanti alla villa della deputata dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) Magdalena Martullo-BlocherCollegamento esterno, distribuisce vibratori per sensibilizzare sulle disuguaglianze salariali.

grafico con il profilo politico di Tamara Funiciello
Il profilo politico di Tamara Funiciello, in base alle sue risposte al questionario smartvote. (smartvote.ch / sotomo.ch)

“La donna più odiata della Svizzera”

Il suo stile provocatorio, che lei preferisce definire “chiaro”, scatena vere e proprie reazioni di odio. Tamara Funiciello è stata definita come “la donna più odiata della Svizzera” da un quotidiano della Svizzera tedesca e si è confrontata regolarmente con gravi minacce, in particolare degli appelli a stuprarla.

“La quantità e la violenza dei commenti sono stati di gran lunga superiori a quelli ricevuti dai miei predecessori maschi”, osserva. La giovane non si lascia però impressionare dall’odio: quando è necessario sporge querela e, soprattutto, ne parla apertamente. “Ho l’impressione di essere riuscita a sensibilizzare la gente sul problema”, osserva.

Sul lato destro dello spettro politico, non la risparmiano. I Giovani UDC sono arrivati al punto di chiamarla “vacca grassa” e un deputato UDC l’ha chiamata “omino Michelin”.

Tamara Funiciello irrita però anche nel suo stesso campo politico. E non c’è di che meravigliarsi! L’allora presidente della GISO non ha esitato a prendere le distanze dal partito-madre, il PS. Nel 2017 si è opposta alla riforma del sistema pensionistico per la vecchiaia, contro il parere del comitato centrale del Partito socialista svizzero.

“L’autogoal del secolo”, aveva tuonato il presidente del PS Christian Levrat durante un’assemblea dei delegati. Il deputato socialista Roger Nordmann l’aveva accusata di essere “ideologicamente accecata”, giudicando che non avesse preso sul serio la sua responsabilità di presidente della GISO.

“Sono sempre le donne a dover attendere. Non si deve aspettare quando si tratta dell’esercito, dell’economia, ma per noi si deve sempre aspettare. Io non aspetto più.”
Tamara Funiciello

“Divento più radicale con l’età”

“Il ruolo della GISO è quello di aprire la discussione”, replica la studentessa bernese, che considera la sezione giovanile del PS come una “spina nel fianco” del proprio partito.

Da notare che, sotto la sua presidenza, la Gioventù socialista è stata una macchina politica efficace. Ha infatti raccolto le firme necessarie per sottoporre al voto popolare l’iniziativa “Sgravare i salari, tassare equamente il capitaleCollegamento esterno“, che chiede un’imposizione del 150%, invece del normale 100%, sulla parte di reddito da capitale superiore a una soglia che dovrà essere fissata dal legislatore. Detta anche “Iniziativa 99%Collegamento esterno“, essa mira a tassare maggiormente l’1% più ricco della popolazione svizzera, in modo da sgravare le fasce di reddito più basse. “Questo è uno dei miei più grandi successi alla guida del partito”, dice la neoeletta consigliera nazionale.

Nel parlamento federale, baratterà la provocazione con il consenso? “Divento più radicale con l’età, non divento più tranquilla”, ha dichiarato alla Radiotelevisione svizzera romanda (RTS), quando si è dimessa dalla presidenza della GISO.

Contenuto esterno

Nonostante il suo modo di parlare a chiare lettere, Tamara Funiciello ha il senso delle responsabilità. A livello istituzionale, ha fatto pratica nel parlamento cantonale di Berna: “So come lavorare in seno a un parlamento. Non ho bruciato reggiseni durante le sedute di Gran Consiglio”, puntualizza.

Uscita allo scoperto

Lo scorso giugno Tamara Funiciello ha approfittato di una lunga intervista con la rivista di lingua tedesca “Das Magazin” per fare coming out come bisessuale. Oggi condivide la sua vita con una donna. “Non ci siamo mai nascoste, ma per me era importante parlare pubblicamente del mio orientamento sessuale, perché il dibattito sul matrimonio per tutti non dovrebbe svolgersi senza una donna gay in parlamento”, spiega.

Su questo tema, del quale i deputati si occuperanno nel 2020, si batterà per garantire alle coppie di donne l’accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA), contrariamente a quanto previsto attualmente dal progetto di matrimonio civile per tuttiCollegamento esterno. A suo avviso, “senza PMA, non è un matrimonio per tutti”.

La neo deputata alla Camera del popolo non vuole sentir parlare della politica dei piccoli passi: “Non richiede grandi sforzi considerare tutti sul piede di uguaglianza”. Tamara Funiciello ha la spiacevole sensazione che i parlamentari non vogliano la PMA per le coppie lesbiche perché è una questione di diritti femminili.

“Sono sempre le donne a dover attendere. Non si deve aspettare quando si tratta dell’esercito, dell’economia, ma per noi si deve sempre aspettare. Io non aspetto più. E se questo significa essere radicale, allora sono radicale”, afferma.

Contro l’e-voting

Tamara Funiciello tende a leggere i problemi più attraverso la lente del conflitto di classe che attraverso il prisma delle generazioni. Tuttavia, ritiene che i giovani politici siano molto più cauti nella condivisione dei loro dati.

Per il momento è contraria al voto elettronico per motivi di sicurezza. “Un problema di hacking distruggerebbe la fiducia nel nostro sistema politico e nella democrazia”, avverte. La soluzione per consentire a tutti gli svizzeri all’estero di esercitare i loro diritti politici non passa attraverso il voto online, a suo avviso. “Si dovrebbero invece trovare soluzioni per l’invio del materiale di voto in tempo utile per consentire alla Quinta Svizzera di partecipare agli scrutini”, suggerisce.


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