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La Belle Epoque reintepretata da giovani artisti

Montagne, chalet e trenini sotto un cielo azzurro: queste immagini hanno illustrato i manifesti turistici della Svizzera dagli inizi della pubblicità, 150 anni fa. Un artista in particolare ha contribuito a costruire questa immagine idilliaca: il pittore e cartografo Anton Reckziegel. A più di 80 anni dalla sua morte, un gruppo di studenti della scuola d’arte di Berna ha reinterpretato i suoi lavori.

Nato nel 1865 a Gablonz, allora parte dell’impero Austro-Ungarico, Anton Reckziegel si è formato dapprima come pittore e poi come cartografo e litografo. Dopo aver studiato all’accademia di Graz, nel 1893 viene assunto da un tipografo svizzero e diventa un pioniere della pubblicità turistica. Il suo tratto si distingue per la cura con la quale disegna gli alberi, in particolare gli abeti inclinati dal vento, spiega in un’intervista al quotidiano La Liberté Urs Kneubühl, coautore di un libro sull’artista.

All’inizio del Novecento, l’opera di Anton Reckziegel comincia però a perdere interesse. Questo periodo coincide infatti con l’arrivo di una nuova generazione di disegnatori, capitanata da Ferdinand Hodler, e la nostalgia di Reckziegel lascia spazio alla modernità.

Con oltre 90 manifesti, il Museo alpino svizzero di Berna detiene la più grande collezione delle opere di Reckziegel, confluita in una prima esposizione nel 1998.  Oggi il museo propone una mostra originale: i lavori del cartografo sono stati reinterpretati da un gruppo di diciannove studenti dell’Alta scuola di arte di Berna. Ai vecchi manifesti turistici sono così affiancati dei nuovi, in un’esposizione intitolata “Arte pubblicitaria e sogni di viaggio”. 

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