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Gli svizzeri scioperano, gli italiani lavorano

Cartello con la scritta Sciopero davanti all imbarcadero di Locarno.
Malgrado sia stato garantito un servizio minimo per raggiungere le Isole di Brissago, cresce la rabbia tra gli attori del turismo, preoccupati per le ricadute negative sulla regione. Gerhard Lob

I dipendenti della Navigazione Lago Maggiore sono in sciopero da oltre dieci giorni. Protestano contro il licenziamento collettivo annunciato per la fine dell’anno. Mentre il personale italiano garantisce un servizio minimo, i simpatizzanti degli scioperanti svizzeri hanno bloccato l’accesso delle barche al porto di Locarno. La situazione è tesa e la fine della vertenza non sembra vicina.

Locarno, durante un pomeriggio di questa settimana. Una decina di persone con materassini e salvagenti hanno preso possesso della darsena. Vogliono impedire alla motonave Verbania, partita da Arona in Italia, di attraccare. L’imbarcazione riesce ad ormeggiare – con un’ora di ritardo – soltanto dopo che la polizia lacuale ticinese ha allontanato i dimostranti in acqua.

L’azione di protesta voleva esprimere solidarietà allo sciopero dei dipendenti svizzeri dell’azienda italiana Navigazione Lago Maggiore (NLM). Il personale chiede di annullare i licenziamenti annunciati per la fine del 2017 e di poter continuare a lavorare alle stesse condizioni. A essere colpiti dalla misura sono 14 dipendenti fissi e 20 impiegati stagionali.

La situazione è tesa e più che insolita. I turisti sono perplessi. «All’inizio abbiamo pensato che ci stavano prendendo per una barca di profughi che non poteva attraccare», dice con una punta di ironia una coppia da Roma, giunta a Locarno via lago per poi tornare in Italia con la Ferrovia delle Centovalli. I due non sapevano nulla dei motivi dello sciopero. Sono tuttavia sorpresi: «A Roma non mi crederebbe nessuno».

​​​​​​​Le garanzie non bastano

Da giorni, la NLM chiede agli scioperanti di riprendere il lavoro. Lo stesso hanno fatto anche i comuni ticinesi confinanti e il governo cantonale, il quale ha riconosciuto che «lo sciopero ha dato un chiaro segnale». Ora però bisogna iniziare a sviluppare la nuova offerta sulle acque svizzere del Verbano, in vigore dal 1°gennaio 2018.

La nuova concessione dovrebbe essere gestita da un consorzio che riunisce la NLM e la Società navigazione Lago di Lugano (SNL). Accanto ai collegamenti regolari, il consorzio dovrebbe migliorare l’offerta turistica, anche in collaborazione con i privati. Il progetto della nuova entità sarà presentato in settembre.

Gli scioperanti però non credono alle promesse e chiedono garanzie immediate. «Queste garanzie non le possiamo però dare. Non siamo mica il datore di lavoro», ha affermato Manuele Bertoli, presidente del governo ticinese. Dall’incontro di giovedì tra il Consiglio di Stato e i sindacati e le maestranze è emerso che il futuro gestore consorziato del traffico di linea sul Verbano garantirà la riassunzione, le pensioni e un contratto collettivo di lavoro. Nessuna garanzia invece in merito al mantenimento degli attuali salari. Lo sciopero quindi prosegue. «Non abbiamo nulla da perdere. Ci hanno già licenziati per la fine dell’anno», dice Silvio, timoniere.

Streik steht auf einem geschlossenen Tor zu einem Steg, der zu zwei Schiffen führt.
Senza personale non funziona nulla: i battelli sono fermi a riva. Gerhard Lob

L’intervento della Confederazione

La situazione è complicata, perché la nuova società che dovrebbe riassumere il personale, non è ancora operativa. La scorsa settimana l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) ha ricordato alla società di Navigazione Lago Maggiore che, in base alla concessione, ha il diritto e il dovere di rispettare le tratte previste sull’orario.

In caso di forza maggiore, è obbligata ad organizzare un servizio sostitutivo. «L’UFT è intervenuto in qualità di autorità di vigilanza per il trasporto pubblico», ha dichiarato il portavoce Gregor Saladin. L’ufficio non può infatti intervenire nella risoluzione di un conflitto legato al diritto del lavoro.

Di conseguenza, la NLM ha elaborato un piano alternativo, grazie al quale le isole di Brissago possono essere raggiunge da Ascona, Brissago e Porto Ronco.  È inoltre garantito un collegamento internazionale al giorno da e per Arona. In Svizzera gli scioperati sono arrabbiati perché il personale italiano continua ad assicurare questi collegamenti. Di fatto, è probabilmente un caso unico che gli italiani vengano accusati dal personale elvetico di minacciare l’esito del loro sciopero.

Malumore tra gli attori del turismo

Nel frattempo, negli ambienti turistici la rabbia sta crescendo anche perché l’alta stagione è già cominciata. «Sono solidale con gli scioperanti, ma sulle isole di Brissago sono impiegate venti persone che hanno famiglia e vogliono lavorare», afferma Paolo Senn, sindaco di Ronco sopra Ascona e presidente del consiglio di amministrazione delle Isole di Brissago.

L’organizzazione per lo sviluppo regionale ritiene che lo sciopero faccia naufragare i negoziati in corso per la creazione di una nuova società. Accuse respinte dagli scioperanti e dai sindacati. L’apertura di un dialogo sembra per ora impossibile.


Traduzione dal tedesco

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