Prospettive svizzere in 10 lingue

L’italiano rimane lingua marginale nell’amministrazione federale

Il ruolo dell'italiano in seno all'amministrazione federale resta di poco conto. KEYSTONE/MARTIN RUETSCHI sda-ats

(Keystone-ATS) La pluralità linguistica è aumentata all’interno dell’amministrazione federale, ma l’italiano continua ad avere un ruolo marginale come lingua ufficiale. È quanto emerge da un’analisi presentata oggi dallo ZDA, il Centro studi sulla democrazia di Aarau.

Il peso delle lingue ufficiali nelle diverse unità amministrative può essere valutato analizzando l’idioma originale degli atti legislativi della Confederazione, scrive oggi in una nota lo ZDA. Fra il 1998 e il 2015 si constata un chiaro aumento dell’importanza del francese: dal 5% di atti redatti nella lingua di Molière vent’anni fa si è passati al 18% tre anni or sono. L’italiano, con una quota inferiore al 2%, continua invece ad avere un ruolo “quasi insignificante” come lingua originale degli atti legislativi.

A ciò si aggiunge il fatto che gli italofoni ai vertici dell’amministrazione federale continuano ad essere sotto rappresentati: erano il 5,1% del totale nel 2015, a fronte di un obiettivo che è stato fissato fra li 6,5 e l’8,5%. La presenza di persone di lingua francese e romancia raggiunge i valori prefissati dalle autorità, mentre i tedescofoni sono leggermente sovra rappresentati.

Gli italofoni – si legge ancora nella nota – sembrano dal canto loro “rassegnati al fatto che l’italiano non funga da lingua ufficiale equivalente alle altre”. Un’ulteriore sfida è rappresenta dalla crescente importanza dell’inglese. La lingua di Shakespeare si sta facendo largo in particolare nei settori di rilevanza scientifica e in ambito internazionale.

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