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Germania: Schulz, testa a testa con Merkel, “SPD come Gattopardo”

Martin Schulz KEYSTONE/AP/MICHAEL SOHN sda-ats

(Keystone-ATS) Quello che accade da due giorni a Berlino ha già una definizione, una categoria dello spirito: è la “Martin-mania”. E l’euforia per il neocandidato dei socialdemocratici alla cancelleria, Martin Schulz, passa dalle riunioni di partito ai media, in un gioco di specchi.

C’è addirittura un sondaggio, che dà l’ex presidente del Parlamento europeo già all’altezza della leader, che nessuno, finora, può immaginare battuta alle elezioni di settembre: in una scelta diretta, quest’astro nascente della politica tedesca e l’amatissima Angela Merkel otterrebbero entrambi il 41%. Un testa a testa, e a partita neppure iniziata. Dati presto ridimensionati da un altro rilevamento, che mantiene forte lo scarto fra i due, e vede la cancelliera in pole position.

Al di là dei numeri – e del diffuso esercizio dei pronostici – quello che davvero conta è, per ora, l’umore. E non vi è dubbio che Schulz sia esattamente la boccata d’ossigeno di cui nella Willy Brandt Haus, la sede centrale berlinese dell’SPD, si sentiva da tempo il bisogno. Die Welt lo saluta come “ultimo principe della socialdemocrazia”, e gli dedica un’apertura con la foto di Burt Lancaster nel “Gattopardo”.

È questo il libro preferito del nuovo leader socialdemocratico, che un tempo era un libraio di provincia, senza diploma. E le parole che meglio rappresentano il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sembrano sintetizzare al meglio, scrive il giornale, quel che accade nel partito lasciato da Sigmar Gabriel: “Se vogliamo mantenere le cose come sono, dobbiamo cambiare tutto”.

Anche la biografia del calciatore infortunato, e costretto per sempre alla panchina, passato attraverso il tunnel dell’alcolismo da giovanissimo per poi risorgere, è motivo di entusiasmo, in questo momento: “Al vertice dell’SPD adesso c’è un europeista tedesco, di Würselen, un uomo istruito che non deve la sua istruzione all’università, bensì ai suoi sforzi”, scrive oggi la Süddeutsche Zeitung.

“È un autodidatta, un socialdemocratico di vecchia scuola, uno che dalla sua particolare miseria personale si è tirato fuori da solo. Ha reagito fin dalla sua giovinezza sciupata. Parla fluentemente cinque lingue: ora deve dimostrare di dominare la lingua degli elettori e delle elettrici”.

“Non diventerà cancelliere, non nel 2017 almeno”, è la previsione del giornale. “Se andrà bene guiderà l’SPD dall’opposizione. Ma Martin Schulz ridarà a un partito piegato l’orgoglio che gli serve per avere futuro”.

Più cauta la Bild, che si chiede: questa “Martin-mania” è un’autosuggestione? Per il tabloid non è scontato che non ce la faccia. “Angela Merkel – scrive – è molto più attaccabile di 4 anni fa. Ma per ora non è affatto comprensibile come dovrebbe migliorare la situazione dell’SPD, non è chiaro cosa Martin Schulz voglia fare di così diverso rispetto a Sigmar Gabriel”.

Per i contenuti della campagna elettorale tocca aspettare almeno il discorso di domenica prossima. Per ora c’è chi dalla CDU lo ha già accusato di “volere gli eurobond” – un peccato grave nella Germania merkeliana. Il giornale Handelsblatt ha invece collezionato vecchi discorsi e interviste, per dimostrare che Schulz attaccherà la politica del pareggio di bilancio, lo “schwarze Null”, tirando dritto contro il falco dell’austerity, Wolfgang Schäuble.

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