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Fukushima: Giappone commemora nono anniversario disastro

(Keystone-ATS) A nove anni di distanza il Giappone commemora oggi l’anniversario dalla catastrofe di Fukushima, quello conosciuto come il triplice disastro: il sisma di magnitudo 9, il successivo tsunami e l’incidente alla centrale nucleare con il propagarsi delle radiazioni.

A causa dell’emergenza globale del coronavirus, per la prima volta dal 2012 è stato cancellato il tradizionale evento con le autorità e familiari delle vittime al Teatro nazionale di Tokyo, così come i raduni nelle aree maggiormente colpite, le prefetture di Fukushima, Iwate e Miyagi.

Il premier giapponese Shinzo Abe ha osservato un minuto di silenzio alle 14.46 in punto (le 6.46 in Svizzera), l’ora in cui si è verificato il sisma, e ha rilasciato un messaggio dalla sua residenza mentre le sirene suonavano lungo i litorali del Tokoku, sul versante nord orientale del Paese, luogo del triplice disastro devastato dalla tsunami. Le tradizionali cerimonie di aggregazione sono state cancellate per evitare assembramenti di persone in luoghi pubblici.

L’onda anomala riversatasi l’11 marzo 2011 sulla centrale di Fukushima Daichi provocò la maggiore crisi nucleare mai vista dall’incidente di Chernobyl del 1986. A distanza di nove anni gli ordini di evacuazione emessi dalla prefettura locale all’indomani dell’incidente nella zona circostante l’impianto sono stati in gran parte ritirati e il lavoro di bonifica del territorio va avanti.

Circa il 90% delle abitazioni fornite dal governo nelle tre prefetture sono state completate e la linea costiera ferroviaria Joban tornerà a collegare nuovamente l’intera regione costiera per la prima volta da questo sabato. Malgrado il calo degli sfollati dai massimi di 470’000 agli attuali 48mila, il 90% delle 42 municipalità colpite dal disastro ha registrato un declino della popolazione significativo rispetto ai livelli precedenti al sisma.

Le manovre di smantellamento dell’impianto gestito dalla Tokyo Electric Power (Tepco) proseguono, ma rimangono dubbi sulla tempistica delle operazioni dopo il ritardo di cinque anni annunciato in dicembre per la rimozione del magma radioattivo nei reattori 1 e 2 della centrale, adesso prevista al marzo 2029.

Il continuo raffreddamento dei reattori danneggiati, inoltre, genera un quantitativo di 170 tonnellate di acqua radioattiva prodotte ogni giorno, che vanno aggiungersi a una massa di circa un milione di tonnellate disposte su un’area sempre più estesa – che il governo ha proposto di disperdere in mare contro la volontà delle associazioni locali dei pescatori. Un enigma che al momento non trova soluzione e che preoccupa le associazioni ambientaliste.

Secondo le statistiche dell’Agenzia nazionale di polizia al primo marzo di quest’anno, il disastro ha provocato 15’899 vittime mentre altre 2’529 persone risultano ancora disperse.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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