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CSEM: serve accordo con UE, altrimenti “doccia fredda”

La sede del Centro svizzero per l'elettronica e la microtecnologia a Neuchâtel KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Il Centro svizzero per l’elettronica e la microtecnologia (CSEM) di Neuchâtel è diventato di nuovo nel 2018 coordinatore di progetti europei strategici, tra cui uno sulle tecnologie quantistiche.

Il direttore generale Mario El-Khoury è peraltro convinto che le trattative per un nuovo accordo tra Svizzera e UE avranno successo.

“La crescita continua, ma stiamo solo cercando di raggiungere il livello del 2014”, ha detto El-Khoury a margine dell’assemblea generale che si terrà questo pomeriggio.

L’accettazione dell’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa nel 2014 è stata una “doccia fredda e il CSEM è stato escluso da molti progetti europei”, ha spiegato il direttore. Se non ci sarà un nuovo accordo con l’UE , “la ricerca ne risentirà fortemente perché sono in gioco molti milioni di franchi”.

In questo giorno di sciopero delle donne, il CSEM – che è stata la prima azienda svizzera ad aver certificato la “parità salariale” nel 2007 e la prima nel cantone di Neuchâtel ad aprire un asilo nido aziendale nel 2003 – si rammarica di non riuscire a reperire talenti femminili.

Il Centro impiega attualmente 304 uomini e 52 donne nella ricerca e sviluppo. Le donne rappresentano una quota del 15%, rispetto al 9% del 2000. “A questo ritmo, se l’evoluzione è lineare,”la parità non sarà raggiunta prima del 2150”, ha aggiunto il direttore. Il problema, a suo dire, è legato principalmente alla mancanza di interesse delle ragazze per le professioni tecniche e scientifiche.

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